Montefredane è da considerarsi di diritto uno dei Grand Cru del fiano irpino: sono i fatti, bottiglie alla mano, a dirci quanto i vini di questo comune riescano, vendemmia dopo vendemmia, a convincere alla sfida della riconoscibilità e del tempo.
Tra gli interpreti più originali c’è sicuramente Antoine Gaita, un vigneron nel vero senso della parola, uno che nel Fiano di Avellino crede ciecamente e lo interpreta secondo la sua visione: un bianco in grado di entrare nel salotto buono dei grandi vini internazionali.
Belga di nascita, irpino d’origine e ri-adozione: un ritorno alla terra il suo, dopo aver coltivato una passione smodata (e costosa) per i vini dalla vicina Francia, tra Borgogna e Bordeaux. Dopo aver capito ed essersi innamorato di quelle bottiglie, tanta era la voglia di replicare quella magia attraverso l’autoctono bianco irpino per eccellenza e le argille delle sue vigne, ritrovare quella struttura, quella complessità, la grassezza unita all’eleganza, la forza senza il peso.
Nacque così nel 1997 il cru Vigna della Congregazione, prodotto dalla vigna vecchia adiacente l’azienda, collocata a circa 400 metri di altitudine con esposizione nord-ovest. La vigna viene condotta con un approccio estremamente “ragionato”, lasciando all’annata il dovere di imporre le proprie caratteristiche su materie prime raccolte sempre a piena maturazione, nella prima metà di ottobre in genere, con rese volutamente basse. In cantina la sosta sulle fecce fini in acciaio è prolungata, la malolattica è quasi sempre svolta e l’affinamento si protrae ben oltre i tempi canonici imposti dalla DOCG. L’obiettivo è quello di assecondare all’espressività di un vino che, con la maturazione in bottiglia, riesca a richiamare eco di terroir solitamente più reputati, ma in fondo non sono così distanti.
La 2010 è sembrata fin da subito una versione di quelle da ricordare ed inserire di diritto nel novero dei millesimi in grado di sfidare il tempo, come confermano le verifiche raccontate in queste settimane. Il colore è un bel dorato luminoso, ancora verde nei riflessi, giovanissimo.
All’olfatto il tratto fruttato emerge potente, tra l’albicocca e la nespola, cenni tropicali di mango e ananas freschi e dolcissimi. Subentra tutta la forza del versante “classico” di Montefredane con cenni sulfurei e fumé, l’immancabile tocco “castagnoso”, le erbe amare, la forza minerale di un soffio marino e lattico che ricorda l’ostrica.
La bocca è potente, affumicata, di carattere come sempre nei vini di Antoine, si slancia e si allunga sapida con forza ed eleganza. Ha progressione, equilibrio ma ancora spigoli salati e appuntiti che il tempo smusserà. Ricorda un vino francese? No, ricorda soltanto un grande Fiano di Montefredane. Sui 18-20 euro in enoteca.
Villa Diamante
Indirizzo: Via Toppole, 16 – Montefredane (AV)
Telefono: +39 0825 670014
Cellulare: +39 347 6791469
Email: villadiamante1996@gmail.com
Superficie vitata aziendale: 4 ha (3 ha di proprietà)
Bottiglie annue prodotte (media): 10.000
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