L’uscita della prima annata, la 2008, fu accolta con un mix di curiosità e scetticismo. Tutti aspettavano al varco questo giornalista del vino, ex manager di successo, la cui grande conoscenza dell’enologia mondiale era tanto apprezzata all’interno della struttura editoriale e formativa dell’allora AIS-Bibenda. Giovanni Ascione aveva sorpassato quel solco immaginario che idealmente separa il critico dal criticato, si era posto dall’altra parte del tappo, all’interno della bottiglia. Nacque Sabbie di Sopra il Bosco e Nanni Copè, un vino e un’azienda, stop. Semplice e rischioso, nessuna base e nessuna selezione, neanche un second vin su cui planare in caso di annata sfortunata. Solo la forza della propria esperienza, della propria sensibilità e del proprio palato, allenato da una miriade di assaggi dei migliori vini del mondo per tirarne fuori uno proprio, magari capace di occupare stabilmente i piani alti delle nostrane classifiche.
Un vino-vigna figlio delle cosiddette arenarie di Caiazzo – un particolare tipo di roccia madre che caratterizza l’area classica del Pallagrello – immerse nei boschi a poco più di 200 metri slm, con esposizione a nord-ovest in località Monticelli, a Castel Campagnano. Una parcella di due ettari e mezzo, coltivata in larga maggioranza a pallagrello nero, con qualche filare di aglianico, a cui può aggiungersi in certe annate qualche cassetta di casavecchia acquistata, da vecchie pergole di Pontelatone.
E cosa serve oltre ad una grande vigna e agli autoctoni che meglio sanno valorizzarla? Sensibilità, voglia di capire a fondo ogni particolare del proprio mestiere e delle proprie piante, un uso misurato dei legni in cantina (perlopiù tonneaux, per un terzo nuovi), un’idea precisa di vino. Un lavoro che passo dopo passo ha portato, dopo due annate già convincenti, a questo 2010 carico di elettricità e magnetismo.
Elettricità perché è stata la prima sensazione che percepii quando lo assaggiai all’uscita e che ritrovo tutt’oggi nel calice: vigore e morbidezza, acidità e sapidità, calore e freschezza. Un vino indomito, irrequieto, che ancora chiede spazio e tempo da dedicargli.
Magnetismo perché è suadente e accogliente ma ti sorprende con sottili chiaro-scuri, sfaccettature floreali di rosa e viola, poi tanta frutta matura, turgida, rossa con l’amarena, il lampone e il ribes e i tocchi speziati e dolci della cannella e del chiodo di garofano. La frutta torna integra e fresca al sorso, dove si ritrova quella scossa sotto forma di acidità ficcante che si allunga per il palato, con un tannino di grande precisione ed estrazione, la sapidità ad aumentarne il ricordo e la voglia di un altro sorso.
Una delle tante vite, Giovanni Ascione l’ha dedicata a produrre vino. Una vita fortunata, soprattutto per chi è al di là del tappo, col calice in mano. Sui 25 euro in enoteca.
Nanni Copè
Indirizzo: Via Tufo, 3 – Vitulazio (CE)
Telefono: +39 330 879815
Sito Internet: www.nannicope.it
Email: nc@nannicope.it
Superficie aziendale vitata: 2,5 ha
Produzione annua (media): 7.500 bottiglie
Visite e vendita diretta in azienda