Santolo Cirillo e Antonio Cirillo. Questa volta mi va di partire da qui.
Anzi, li riscrivo: Santolo Cirillo e Antonio Cirillo, che non sono fratelli e, probabilmente, non saranno mai famosi né tantomeno popolari nello star system del vino.
Santolo e Antonio hanno trent’anni, sono di Trecase, provincia di Napoli, e lavorano in vigna. E se la notizia non vi coglie di sorpresa, allora non conoscete Trecase e il Vesuviano, e vi sfugge il fatto che trovare un giovane operaio italiano mentre lavora una vigna è difficile pure a Barolo.
E Trecase non è Barolo.
Di tutti gli aggiornamenti dalla mia ultima visita, sembra che Massimo Setaro tenga particolarmente a dirmi questo. Tra tutti gli aggiornamenti questo è proprio il più bello.
Ultimo di tre figli, la storia di Massimo è comune a tanti vignaioli che tornano alle proprie radici contadine da una vita e un lavoro urbano. Con sua moglie Mariarosaria, insegnante, Massimo ha così avviato l’azienda nel 2004, costruendo la cantina proprio sotto casa. Sette gli ettari vitati oggi, tutti a Trecase; il corpo più grande di un ettaro e mezzo proprio sotto il Vesuvio, sul versante che guarda il mare. Caprettone, piedirosso, falanghina e aglianico i vitigni coltivati; circa 50.000 le bottiglie prodotte; Carmine Valentino ad aiutare nelle vigne e in cantina.
La prossima sarà la decima vendemmia ufficiale.
Io inizio a brindare adesso con questo piedirosso vulcanico*. Veramente è ormai un’ora che brindo, dapprima su una pizza margherita e ora mentre scrivo i nomi di coloro che questo vino l’hanno fatto: Massimo, Santolo e Antonio. Ché oggi la speranza ha deciso di chiamarsi così.
* Quanto al vino, credo che ormai ci siano poche parole da aggiungere sul piedirosso, vitigno che negli ultimi anni e grazie ad alcune lodevoli interpretazioni (vedi il Vigna delle Volpi di Agnanum – Moccia) è riuscito ad affrancarsi e farsi notare da platee più ampie di quelle locali. Più floreale che fruttato, bergamotto ed erbe officinali, nuances mediterranee, sorso succoso, ma innervato di acidità, finale sottile e asciutto. L’assenza o quasi del tannino lo rende rosso particolarmente adatto a questi tempi, vista la possibilità di abbassarne la temperatura in frigo. Intorno ai dieci euro in enoteca.
Quanto all’annata, interlocutoria in molte zone d’Italia, qui è da verificare con attenzione: terreni sciolti, sabbiosi e poveri, piante perennemente in stress idrico per una zona che difficilmente arriva ai 600 mm di acqua annuali, queste le condizioni standard. Un’annata più fresca e piovosa può di conseguenza portare notevoli benefici.
Casa Setaro
Indirizzo: Via Bosco del Monaco, 34 – Trecase (NA)
Telefono: +39 081 862895
Cellulare: +39 335 6333111
Sito Internet: www.casasetaro.it
Email: info@casasetaro.it
Superficie aziendale vitata: 7 ha (5 ha di proprietà)
Bottiglie annue prodotte (media): 40.000
Visite e vendita diretta in azienda