Una 2010 review diversa dal solito, poiché in primo piano c’è un vino ancora pienamente in commercio, che ho avuto la fortuna di poter seguire sin quasi dalla nascita, dai primi vagiti emessi in bottiglia.
Ma partiamo dal principio, da un’azienda ormai trasversalmente riconosciuta come punto di riferimento nell’areale del Falerno del Massico. Masseria Felicia nacque da un vecchio casale appartenente alla famiglia Brini a Carano di Sessa Aurunca e ha oggi in Maria Felicia una guida giovane e sicura, coadiuvata dalla consulenza enologica di Vincenzo Mercurio. La miccia fu accesa nel 1995, col primo impianto realizzato da papà Alessandro, la vigna da cui viene attualmente prodotto l’Etichetta Bronzo. Il primo imbottigliamento sperimentale e totalmente artigianale con l’annata 1999, il primo Vinitaly del 2002 con al seguito le poche centinaia di bottiglie della vendemmia 2000, celebrate con un vero e proprio exploit da parte della critica internazionale.
Un inizio a dir poco entusiasmante, seguito da un percorso assai più ragionato e graduale, sempre attorno a quei filari di aglianico e piedirosso allevati su suolo vulcanico, alle pendici del monte Massico sul versante nord-ovest, a circa 200 metri slm. Negli anni successivi si sono affiancate altre vigne, come quella dell’Ariapetrina (da cui nasce l’omonimo Falerno Rosso) e delle Falanghina utilizzate per l’Igt Sinopea e il Falerno Bianco Anthologia. Fino ad arrivare ai circa 5 ettari di superficie vitata attuali, condotti nell’ottica di un’agricoltura ragionata e in procinto di ottenere la certificazione biologica.
Ma, come detto, il primo amore, la prima vigna e alfiere dell’azienda è senza alcun dubbio l’Etichetta Bronzo e, assaggio dopo assaggio, la 2010 si delinea come una versione particolarmente convincente. L’olfatto parla la lingua del suo territorio, della sua terra: è la radiografia di un vino dal respiro mediterraneo nato da suoli vulcanici, un quadro a tinte scure, di balsami e grafite, roccioso, intenso, metallico e sanguigno. E’ quasi sfacciato nella sua espressività marcata, che non va di fioretto ma di spada, con la forza fruttata di prugna e mora, con l’eleganza della rosa rossa, delle spezie che si inseguono, dal pepe nero al chiodo di garofano, delle erbe aromatiche come la salvia, l’alloro, il rosmarino, quasi ad indicare la direzione del mare con il sottofondo salmastro che lo pervade.
La bocca non è mai stata forse così misurata nell’apporto tannico, già godibile e succosa: quasi un anno zero per un vino che in passato aveva sempre richiesto molta pazienza per districarsi dalla matassa estrattiva imponente, a volte fin troppo ruvida in gioventù. Il tannino c’è ancora, e non potrebbe essere altrimenti visti i protagonisti da cui nasce, ma è integrato nel sorso: caldo, possente e morbido, con acidità equilibrata e sapore da vendere, con i tratti scuri che tornano vigorosi e lo allungano nel retrolfatto.
Un nuovo inizio per Maria Felicia, un punto da cui partire per far conoscere un territorio ancora alla ricerca di una propria identità. Partendo da quel casale rosa sull’Appia, a Carano di Sessa Aurunca. Intorno ai 25 euro in enoteca.
Masseria Felicia
Indirizzo: Loc. San Terenzano, Frazione Carano – Sessa Aurunca (CE)
Telefono: +39 0823 935095
Sito Internet: www.masseriafelicia.it
Email: info@masseriafelicia.it
Superficie aziendale vitata: 5 ettari
Produzione annua (media): 25.000 bottiglie
Visite e vendita diretta in azienda