A cura di Paolo De Cristofaro
DOP-DOCG Aglianico del Taburno
Area viticola: Sannio
Provincia di Benevento
Unica Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) della provincia di Benevento a partire dall’annata 2011 (la DOC venne istituita nel 1986), la DOP Aglianico del Taburno si colloca al vertice della piramide qualitativa dei vini del Sannio.
L’area di produzione comprende 13 comuni ubicati alle pendici del massiccio montuoso di origine calcarea Taburno-Camposauro, collocato nel quadrante centro-meridionale della provincia di Benevento. Si tratta del medesimo areale che identifica la sottozona Taburno all’interno delle DOP Sannio e Falanghina del Sannio, utilizzate per tutti gli altri vini diversi dall’Aglianico.
La zona più densamente vitata è quella che si estende nella fascia nord-est, sul versante che guarda la Valle Telesina, tra i comuni di Vitulano, Paupisi, Foglianise e soprattutto Torrecuso (che con i suoi oltre 1.200 ettari di vigna è il primo dell’intera provincia di Benevento per superficie di vigna ospitata nei propri confini). E’ un’area influenzata dalla presenza del fiume Calore, con la maggior parte dei siti esposti ad est, caratterizzati da suoli prevalentemente argillosi e calcarei e da altitudini comprese tra i 300 e i 450 metri sul livello del mare.
Sensibilmente diverse le condizioni nel quadrante sud della denominazione, sul versante che guarda verso la Valle Caudina, tra i comuni di Montesarchio e Bonea. È una zona più fresca ed impervia, dove trovano spazio parcelle collocate anche tra i 500 e i 600 metri, su terreni ancora più poveri, di natura tendenzialmente calcarea.
Diffuso soprattutto nel biotipo “amaro”, l’aglianico occupa solitamente le esposizioni migliori, con raccolte concentrate tra la seconda decade di ottobre e la prima di novembre.
Il disciplinare prevede tre tipologie: Rosato, Rosso e Rosso Riserva (o solo Riserva), per tutte le tipologie c’è l’obbligo di utilizzare aglianico per almeno l’85%.
Per quanto riguarda i tempi minimi di invecchiamento, la tipologia Rosato può essere commercializzata a partire dal primo marzo successivo alla vendemmia, mentre la tipologia Rosso può essere presentata sul mercato ad almeno due anni dalla vendemmia. Un anno in più, quindi 36 mesi complessivi, è previsto per la tipologia Riserva, di cui almeno dodici mesi di maturazione in botti di legno (di qualsiasi dimensione) e sei mesi di affinamento in bottiglia.
550,28 ettari è la superficie vitata idonea a produrre vini rivendicabili attraverso la DOP Aglianico del Taburno.
Nella vendemmia 2018 sono stati rivendicati poco meno di 4.050 ettolitri, riferiti a circa 100 ettari, per una produzione potenziale di poco inferiore alle 540.000 bottiglie (Dati Agea-Sian).