L’ennesimo giorno triste per il mondo del vino, non soltanto campano.
Nella serata di ieri ci ha lasciato Antoine Gaita, titolare dell’azienda Villa Diamante di Montefredane, sconfitto da un tumore.
Chi l’ha conosciuto e frequentato di persona, sa bene quanto mancherà la sua sincera passione, la sua consapevolezza di vigneron-artigiano nel senso più pieno del termine, il suo continuo desiderio di esplorare nuove strade. Senza sentirsi mai arrivato, nonostante i tanti riscontri di critica e di pubblico conquistati grazie soprattutto alla sua etichetta più celebre, quel Fiano di Avellino Vigna della Congregazione che è stato uno dei primi cru della provincia di Avellino concepiti “alla francese”.
Cresciuto in Belgio prima di far ritorno in Irpinia, nel 1997 decise con la moglie Diamante di creare la piccola casa-cantina in contrada Toppole, proponendosi fin da subito come voce originale del comprensorio. Negli ultimi anni aveva deciso di tornare sui banchi di scuola, frequentando il corso di laurea in Viticoltura ed Enologia di Avellino, sede distaccata dell’Università Federico II° di Napoli. Una scelta perfettamente coerente con la sua sensibilità interpretativa, fatta di istinto, creatività, ma al tempo stesso di ragionamento, pianificazione, solidità teorica e scientifica.
Restano le sue bottiglie, il modo migliore per ricordarlo e ringraziarlo. Ci sarà modo di approfondire ancora il ruolo che ha avuto Antoine nella storia collettiva del vino irpino e campano, ma non è questo il momento. E’ un abbraccio colmo di stima e affetto quello con cui ci stringiamo alla moglie Diamante Renna, i figli Enrico e Serena, a tutta la famiglia: sono in tanti ad avergli voluto bene ed è un legame che niente e nessuno potrà realmente portare via.