Con l’edizione 2015 continua il percorso di approfondimento sviluppato attraverso i seminari-degustazione di Campania Stories, spazi didattici strutturati con l’obiettivo di approfondire nelle varie tappe alcuni capitoli di quel variegato Libro che è la Campania del vino. Di volta in volta vengono proposti dei focus su singole denominazioni, vitigni, annate, ma anche laboratori con tematiche “trasversali” rispetto ai vari territori. Finestre informative affidate a professionisti specializzati da tempo nel racconto del distretto vitivinicolo campano, con il contributo e le testimonianze dirette di produttori, agronomi ed enologi. Senza dimenticare la possibilità di integrare in parallelo le indicazioni ricavate durante il tasting “ufficiale” con l’assaggio di etichette diverse da quelle presentate, là dove possibile con piccole retrospettive su vendemmie precedenti.
Il programma 2015 prevede quattro momenti di approfondimento, due dei quali riservati alla stampa accreditata e alle aziende partecipanti alla rassegna, mentre gli altri due sono aperti al pubblico di operatori e appassionati (a pagamento). Di seguito il riepilogo dettagliato dei seminari programmati per l’edizione 2015 di Campania Stories.
Martedì 3 Marzo, ore 17:00 – Grand Hotel Parker’s, Napoli
MASTER “L’AGLIANICO IN CAMPANIA: RADICI, ZONE, STILI PRODUTTIVI”
Seminario aperto al pubblico di giornalisti e aziende (accredito), operatori e appassionati (a pagamento)
Percorso didattico a cura di Paolo De Cristofaro
Quota di partecipazione: € 20,00
Soci Ais (partner della rassegna): € 15,00
Prenotazione obbligatoria, fino ad esaurimento posti
Tel. +39 329 9606793
Email: segreteria@miriadeweb.it
E’ il vitigno a bacca rossa largamente più diffuso in Campania e in Basilicata, con una storia documentata che parte dal quinto-sesto secolo avanti Cristo e va di pari passo con gli insediamenti coloniali greci nel meridione, passando per i fasti dell’epoca imperiale romana e le testimonianze di era medievale legate a Federico II° e le cantine papali. Nonostante una tradizione tanto radicata, come spesso accade da queste parti per l’aglianico campano c’è un presente ancora in buona parte da scrivere: solo nell’ultimo ventennio si stanno lentamente delineando i vari distretti capaci di declinare ed amplificare la sua indole rude e riservata. Ed è stato affidato soprattutto a questa cultivar il compito di plasmare i vini di punta, per ambizioni e prezzi, in quasi tutte le zone della regione.
Un filo rosso che rischia di perdersi quando entrano in gioco operatori e appassionati di mercati lontani, che non conoscono nel dettaglio la base ampelografica delle tante denominazioni in cui è coinvolto. Alcune Dop portano già nel nome il riferimento al vitigno (Aglianico del Taburno, per esempio, in provincia di Benevento), in altre l’aglianico può essere indicato come “tipologia” quando utilizzato per almeno l’85% (Galluccio in provincia di Caserta, Sannio con relative sottozone in provincia di Benevento, Irpinia in provincia di Avellino, Cilento in provincia di Salerno), in altre ancora non c’è richiamo alla varietà nonostante si tratti di vini realizzati con aglianico pressoché in purezza (Falerno del Massico Rosso in provincia di Caserta, Taurasi e Irpinia Campi Taurasini in provincia di Avellino). Senza contare le numerose Igp e un’ampia serie di tipologie dove il vitigno di origine ellenica viene impiegato in blend con altre varietà.
Un quadro estremamente composito, dunque, che obbliga sempre di più ad incrociare i caratteri varietali “di base” con le variabili pedologiche, umane e stilistiche. Qualche anno fa il critico statunitense Robert Parker in un celebre editoriale su Wine Advocate immaginava un futuro non lontano in cui “l’aglianico potrebbe diventare il migliore vitigno a bacca rossa del mondo”. Ma a quale o quali Aglianico si riferiva il guru americano? A quelli che nascono in prossimità della costa, magari vendemmiati a fine settembre, o a quelli delle zone interne generati a ridosso dei 600 metri, raccolti talvolta a novembre inoltrato? Quelli densi e generosi, che possono richiamare certe espressioni del Nuovo Mondo, o quelli decisamente austeri che giustificano la definizione di “nebbiolo del sud”?
Ad alcune di queste domande cerchiamo di rispondere con il primo Master di Campania Stories 2015. Una ricognizione divisa in blocchi, ciascuno dedicato agli Aglianico dei più importanti distretti regionali, accompagnata dall’assaggio di almeno una decina di vini didatticamente significativi per coerenza territoriale e identità stilistica.
Mercoledì 4 Marzo, ore 17:00 – Grand Hotel Parker’s, Napoli
ROSSI CAMPANI, DOPPIA RETROSPETTIVA ANNATE 2005 e 2000
(riservato a stampa accreditata e aziende partecipanti)
Campania Stories ha raccolto l’eredità di iniziative come Taurasi Vendemmia e BianchIrpinia (curate dal medesimo gruppo di lavoro) anche per quel che riguarda le esigenze di monitoraggio dei vini regionali nelle diverse fasi evolutive. In quest’ottica vengono programmati e ampliati all’interno delle varie tappe degli spazi di approfondimento dedicati alle retrospettive. Momenti fondamentali per verificare in maniera strutturata ed organica il rapporto col tempo di vini che hanno teoricamente nella longevità e nello sviluppo durante l’affinamento alcuni dei propri punti di forza.
Con l’edizione 2015, per la prima volta vengono allestite delle degustazioni collettive unitarie, con la presenza di etichette che hanno completato i dieci e i quindici anni dalla vendemmia, provenienti da tutta la regione. Il primo appuntamento è programmato per il pomeriggio di mercoledì 4 marzo: ci si ritrova insieme alle aziende campane e alla stampa accreditata per confrontarsi sulle impressioni emerse durante i tasting “ufficiali”, completando il quadro con una doppia retrospettiva sui rossi regionali, che in questa occasione hanno come protagonisti i millesimi 2005 e 2000.
Venerdì 6 Marzo, ore 17:00 – Hotel de la Ville, Avellino
MASTER “IL FIANO IN CAMPANIA: RADICI, ZONE, STILI PRODUTTIVI”
Seminario aperto al pubblico di giornalisti e aziende (accredito), operatori e appassionati (a pagamento)
Percorso didattico a cura di Paolo De Cristofaro
Quota di partecipazione: € 20,00
Soci Ais (partner della rassegna): € 15,00
Prenotazione obbligatoria, fino ad esaurimento posti
Tel. +39 329 9606793
Email: segreteria@miriadeweb.it
Era pressoché scomparso dalle campagne irpine prima che la famiglia Mastroberardino decidesse di puntarvi forte, soprattutto a partire dagli anni ’70, affiancandolo al Greco di Tufo e completando uno dei tandem meglio assortiti della piattaforma bianchista europea. Il percorso non è stato semplice, gli alti e bassi non sono mancati, ma a distanza di qualche decennio il Fiano si ritrova ad essere considerato trasversalmente uno dei grandi vitigni autoctoni italiani, per la sua capacità di tenere insieme nelle migliori riuscite riconoscibilità varietale e territoriale, potenziale di longevità, delicatezza ed eleganza, ma anche per la sua notevole adattabilità a condizioni pedoclimatiche molto diverse.
La provincia di Avellino resta indiscutibilmente la terra di elezione, ma negli ultimi vent’anni la sua diffusione è diventata progressivamente significativa in altri distretti, non solo regionali. Dal Cilento all’Alto Casertano, dai Colli Salernitani e Picentini al Sannio, il fiano ha visto aumentare considerevolmente la sua presenza nel vigneto campano, con traiettorie stilistiche ed espressive che meritano senz’altro un approfondimento.
E’ questo il filo conduttore scelto per il secondo Master di Campania Stories 2015. Anche in questo caso si tratta di una ricognizione divisa in blocchi, ciascuno dedicato ai Fiano dei più importanti distretti regionali, accompagnata dall’assaggio di almeno una decina di vini didatticamente significativi per coerenza territoriale e identità stilistica.
Sabato 7 Marzo, ore 17:00 – Hotel de la Ville, Avellino
BIANCHI CAMPANI, DOPPIA RETROSPETTIVA ANNATE 2010 e 2005
(riservato a stampa accreditata e aziende partecipanti)
Campania Stories ha raccolto l’eredità di iniziative come Taurasi Vendemmia e BianchIrpinia (curate dal medesimo gruppo di lavoro) anche per quel che riguarda le esigenze di monitoraggio dei vini regionali nelle diverse fasi evolutive. In quest’ottica vengono programmati e ampliati all’interno delle varie tappe degli spazi di approfondimento dedicati alle retrospettive. Momenti fondamentali per verificare in maniera strutturata ed organica il rapporto col tempo di vini che hanno teoricamente nella longevità e nello sviluppo durante l’affinamento alcuni dei propri punti di forza.
Con l’edizione 2015, per la prima volta vengono allestite delle degustazioni collettive unitarie, con la presenza di etichette che hanno completato i cinque e i dieci anni dalla vendemmia, provenienti da tutta la regione. Il secondo appuntamento è programmato per il pomeriggio di sabato 7 marzo: ci si ritrova insieme alle aziende campane e alla stampa accreditata per confrontarsi sulle impressioni emerse durante i tasting “ufficiali”, completando il quadro con una doppia retrospettiva sui bianchi regionali, che in questa occasione hanno come protagonisti i millesimi 2010 e 2005.