A cura di Paolo De Cristofaro
E’ molto difficile, se non impossibile, delineare un profilo univoco “campano” quando si parla delle diverse annate. Vale la pena di ricordare che tra il limite nord al confine con il Lazio (dove ci sono le vigne di Galluccio e Roccamonfina) e il limite sud al confine con la Basilicata (dove ci sono le vigne più meridionali del Cilento) c’è una fascia di circa 300 chilometri, che è poco meno della distanza che separa Beaune e Châteauneuf-du-Pape.
Allo stesso modo è importante sottolineare sempre che, quando parliamo di viticoltura in Campania, ci riferiamo contestualmente a vigne sulla costa, praticamente affacciate sul mare, e ad altre ubicate nelle zone più interne della regione, a ridosso dell’Appennino. Per non parlare di tutte le differenze che riguardano i vitigni, i sistemi di allevamento, le caratteristiche dei terreni, le epoche di raccolta, i singoli microclimi, e così via.
Fatta questa premessa, si possono comunque provare ad estrarre ed isolare alcuni aspetti meteorologici, agronomici ed espressivi che ricorrono nelle varie annate ed hanno valenza un po’ per tutta la regione. Quella che segue è dunque una traccia da cui partire per chi vuole ricevere indicazioni sintetiche sui vari temperamenti vendemmiali, sulle possibili finestre di beva, sul potenziale evolutivo, sul livello medio delle riuscite, facendo ovviamente la tara all’estrema eterogeneità produttiva, stilistica e territoriale che si manifesta nelle varie denominazioni.
Proponiamo due tabelle riassuntive, una dedicata ai Vini Rossi e una dedicata ai Vini Bianchi. Entrambe prendono in esame l’ultimo quindicennio, per almeno due ordini di motivazioni. Bisogna innanzitutto considerare che la vitienologia regionale è entrata realmente in una dimensione “collettiva” solo a cavallo dei due secoli, quando c’è stata una vera e propria esplosione di nuove realtà imbottigliatrici, che si sono affiancate alle poche aziende storiche. In secondo luogo è opportuno ricordare come si sia manifestata soltanto in tempi recenti l’esigenza di creare una documentazione sulle singole vendemmie, specialmente per quelle cantine non abituate ad organizzare archivi di bottiglie vecchie e giovani, da stappare a distanza di anni per verticali e retrospettive.
Un processo che va di pari passo con la crescita in termini di ampiezza e profondità delle carte dei vini proposte dai più importanti ristoranti, wine bar, osterie della regione. E’ ancora abbastanza complicato reperire “vecchie” annate per una serie di tipologie a lungo considerate essenzialmente di “pronta beva” (falanghina e piedirosso su tutte), ma sono comunque in continuo aumento le opzioni per chi vuole stappare una buona bottiglia campana di dieci e più anni.
Per ogni millesimo proponiamo una valutazione in ventesimi, relativa alla media qualitativa e al potenziale evolutivo generale, accompagnata da parole-chiave riconducibili allo specifico carattere climatico ed espressivo. L’ultima nota si configura come indicazione sulle finestre di consumo consigliabili per ciascuna annata.
Campania Stories 2015, le annate in degustazione (prima parte)
Annata 2014
Inverno piuttosto mite e piovoso, con isolate finestre di gelo intenso.
Inizio di primavera più che tiepido, con precipitazioni nella media e temperature elevate in tutta la regione, maggiore instabilità nel mese di maggio, caratterizzato da piogge abbondanti e da continue oscillazioni termiche.
Prima parte d’estate ancora all’insegna della variabilità, con due brevi finestre di caldo torrido tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Ulteriormente atipico l’andamento successivo, tra la seconda metà di luglio e l’inizio di settembre: come è accaduto quasi dappertutto in Italia, anche in Campania si registrano poche giornate con massime superiori ai 30 gradi, precipitazioni copiose (specialmente nelle zone interne), umidità elevata.
Più solare ed asciutto il clima nelle prime settimane di autunno, durante le quali si sono alternate giornate calde ed estive a periodi più freschi e piovosi. Ancora più favorevole la prima metà di ottobre, maggiormente calda ed asciutta rispetto alle medie del periodo, mentre nell’ultima parte del mese e in buona parte di novembre hanno prevalso nuovamente le condizioni di instabilità.
Annata quantitativamente scarsa, tra le meno produttive dell’ultimo quindicennio, segnata dal lungo periodo climaticamente atipico. Problemi sanitari, dovuti in primo luogo alla peronospora, si sono manifestati già durante la tarda primavera, con ricadute determinanti sul carico d’uva. Difficoltà accentuate dal meteo fresco e piovoso dei mesi estivi, solo in parte recuperate e superate dal clima autunnale più caldo e clemente. E’ importante sottolineare, comunque, come l’andamento climatico in Campania (e in buona parte del Centro-Sud) sia stato nel 2014, anche nei mesi più complicati, sicuramente meno “estremo” rispetto alle regioni dell’Italia Centro-Settentrionale.
Raccolta molto lunga, protrattasi per quasi un trimestre, dalla fine di agosto agli ultimi giorni di novembre, con un diffusissimo accavallamento tra le diverse aree e varietà. E’ un millesimo impossibile da classificare sinteticamente in maniera generale: bisognerà assaggiare vitigno per vitigno, zona per zona, cru per cru, mettendo nel conto un’ampia variabilità di riuscite.
Annata 2013
Inverno freddo ma senza eccessi, con precipitazioni nella media e isolate finestre di gelo intenso.
Prima parte di primavera più fresca e piovosa rispetto alle due annate precedenti, temperature che salgono lentamente solo a partire da fine aprile, con un mese di maggio tiepido e luminoso.
Coda di primavera e inizio estate estremamente freddi e soprattutto piovosi: da inizio giugno fino a metà luglio temperature costantemente inferiori alla media e precipitazioni abbondanti, con continui acquazzoni pomeridiani.
Condizioni più stabili nella seconda metà di luglio e per buona parte di agosto, con due brevi finestre di caldo intenso legate all’anticiclone nordafricano.
Settembre ancora fresco e capriccioso, con foschie e rugiade mattutine anche nelle giornate più asciutte e solari. Paradossalmente più “estivo”, con qualche ulteriore finestra umida, il periodo da fine settembre agli ultimi giorni di ottobre, con temperature massime stabilmente intorno ai 25 gradi e una vera e propria “estate di San Martino” anticipata verso la fine del mese.
Annata quantitativamente abbondante con rese elevate su uve e mosto, produzione superiore di un 10% in media rispetto alla vendemmia precedente. Numerose caratteristiche che ricordano un’ampia serie di millesimi degli anni ’80 e ’90: raccolta molto lunga, protrattasi per oltre due mesi. Si è cominciato nella prima decade di settembre con le uve bianche, vendemmiate nelle aree interne dell’Irpinia anche alla fine di ottobre; ancora più ritardata la maturazione delle uve rosse, completata in alcune zone nei primi giorni di dicembre. Contrariamente a quanto accade di solito, le vendemmie dei diversi vitigni si sono completamente accavallate, tra fiano e greco prima di tutto, ma anche su coda di volpe, falanghina e, in alcuni casi, sull’aglianico.
(continua…)
Campania Stories 2015 – Programma, sedi e aziende partecipanti: link
Campania Stories 2015 – Programma Seminari-Degustazione: link