A cura di Paolo De Cristofaro
DOP-DOC Campi Flegrei
Area viticola: Campi Flegrei e Isole Arcipelago Campano
Città Metropolitana di Napoli
Denominazione di Origine istituita nel 1994, la DOP Campi Flegrei si sviluppa nella fascia nord-ovest della città metropolitana di Napoli: un’area storicamente vocata all’agricoltura, considerata uno dei punti d’accesso delle varietà diffuse in Campania dai coloni greci e fenici.
La zona di produzione comprende 7 comuni, dislocati tra la parte occidentale della città di Napoli e la costa tirrenica. È una striscia di terra densamente abitata che taglia in diagonale dalla piana di Terra di Lavoro (a nord-est) fino al promontorio di Bacoli (a sud-ovest), rispetto al quale l’isola di Procida può essere considerata propaggine (ed è infatti inclusa nella DOP).
Tutta l’area è accomunata dall’origine vulcanica dei suoli (l’etimologia di Campi Flegrei deriva dal termine greco flègo, che vuol dire “brucio”, “ardo”): geologicamente abbiamo a che fare con una grande caldera in stato di quiescenza, all’interno della quale sono stati attivi negli ultimi 40.000 anni oltre 60 centri eruttivi e dove anche oggi si trovano numerosi crateri e zone soggette ad un vulcanismo di tipo secondario (sorgenti termali, manifestazioni gassose, bradisismo).
Ne deriva un complesso patchwork di stratificazioni piroclastiche: tufi grigi e gialli, in primis, ricoperti di ceneri, lapilli e pomici. Le vigne si posizionano generalmente ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 150-200 metri, con una quota significativa di piante centenarie non innestate, ancora su piede franco, che hanno resistito alla fillossera grazie soprattutto alla vicinanza del mare e alla tessitura tendenzialmente sciolta e sabbiosa dei terreni.
Per quanto riguarda i vitigni a bacca rossa, in tutta l’area è largamente maggioritaria la coltivazione del piedirosso, qui detto anche per’e palummo, mentre è la falanghina (biotipo flegreo) a dominare tra le varietà a bacca bianca. Quote marginali sono riservate ad aglianico, sciascinoso, primitivo, marsigliese (rosse), coda di volpe e greco (bianche).
Il disciplinare prevede nove tipologie, le più utilizzate delle quali sono senza dubbio la Campi Flegrei Falanghina e la Campi Flegrei Piedirosso (o Per’e Palummo), anche in versione Riserva. Per entrambe la percentuale minima da utilizzare per i vitigni è fissata al 90%.
175,27 ettari è la superficie vitata idonea a produrre vini rivendicabili attraverso la DOP Campi Flegrei.
Nella vendemmia 2018 sono stati rivendicati poco più di 6.100 ettolitri, riferiti a poco di più 101 ettari, per una produzione potenziale di poco inferiore alle 815.000 bottiglie (Dati Agea-Sian).