A cura di Paolo De Cristofaro
In collaborazione con Associazione Enologi Enotecnici Italiani – Sezione Campania
ANNATA 2016
FATTORI CLIMATICI E PRODUTTIVI
Inverno tendenzialmente mite, con frequenti giornate “primaverili”, assenza di episodi nevosi e precipitazioni inferiori alla media.
Primavera a dir poco imprevedibile e altalenante: marzo all’insegna della variabilità, rapida impennata delle temperature per buona parte del mese di aprile, con massime vicine e talvolta superiori ai 25 gradi, seguita da un’improvvisa ondata di freddo artico.
Tra il 25 e il 27 aprile compare addirittura la neve in alta collina e montagna, ma soprattutto si registrano violente gelate in varie zone della regione, alcune delle quali costrette a fare i conti con perdite di produzione anche superiori al 50-60%.
Estate moderatamente calda e asciutta, senza i picchi di afa e siccità che avevano caratterizzato l’annata precedente, con ottime escursioni termiche soprattutto nell’ultima parte di luglio e nella prima metà di agosto.
Climaticamente più irregolare il periodo di passaggio tra la fine dell’estate e l’inizio di autunno, con giornate molto calde alternatesi a finestre più tiepide ed umide. Condizioni di variabilità ulteriormente intensificatesi nella seconda metà di settembre e per buona parte del mese di ottobre, con incidenza delle precipitazioni molto diversa anche in aree ravvicinate.
Più stabile e soleggiato il meteo tra la fine di ottobre e la prima settimana di novembre, con giornate luminose e temperature in linea con le medie del periodo.
Raccolta molto lunga e in diversi casi tardiva, protrattasi dalla fine di agosto agli ultimi giorni di novembre, con un diffusissimo accavallamento dei periodi vendemmiali tra i molteplici distretti e vitigni.
Annata quantitativamente molto scarsa, caratterizzata da volumi inferiori perfino alla 2014, che già si configurava come una delle raccolte meno produttive di sempre in Campania.
Il momento chiave, purtroppo in negativo, è legato all’improvviso abbassamento delle temperatura nell’ultima settimana di aprile, con le vigne già in piena fase vegetativa ed effetti spesso irreversibili sui germogli colpiti dalle gelate notturne.
Il favorevole andamento meteorologico estivo, tuttavia, ha consentito una ottimale e regolare maturazione delle uve nelle zone meno interessate dalle brinate primaverili e dagli episodi temporaleschi di inizio autunno. Una vendemmia più che mai eterogenea, dunque, che ha dato esiti qualitativi a macchia di leopardo, difficili da generalizzare e sintetizzare rispetto a tipologie, varietà, macro-aree, stili, e così via.
Ciononostante, emerge nei migliori vini un profilo a dir poco brillante e prospettico, disegnato tanto da rossi slanciati e vigorosi quanto da bianchi longilinei, ricchi di fibra, potenzialmente in grado di crescere ed evolvere in bottiglia come nelle annate più favorevoli.