A cura di Paolo De Cristofaro
In collaborazione con Associazione Enologi Enotecnici Italiani – Sezione Campania
ANNATA 2018
FATTORI CLIMATICI E PRODUTTIVI
Prima parte di inverno mite, caratterizzata da temperatura superiori alla media, proseguita con clima molto rigido e piovoso nei mesi di febbraio (nevicate a bassa quota nei giorni 27 e 28) e marzo.
Inizio di primavera segnato da valori termici sotto media fino alla prima decade di aprile, mentre precipitazioni abbondanti e continue hanno accompagnato la parte centrale della stagione, in particolare nel mese di maggio.
Andamento ulteriormente complicato in funzione della gestione fitosanitaria da alcuni fenomeni estremi, come le grandinate che hanno interessato sia il Sannio (comuni della Valle Telesina e Caudina), sia l’Irpinia (parte dei comuni della Valle del Sabato).
La fioritura è avvenuta agli inizi di giugno, con un decorso molto breve ed una allegagione significativamente più abbondante rispetto al 2017.
Sono sempre significative oscillazioni meteorologiche a ritmare il periodo estivo: dopo una prima parte poco più che tiepida, dalla seconda metà di luglio l’insediamento dell’anticiclone africano sul Mediterraneo ha innescato una lunga finestra di caldo torrido e siccitoso, protrattasi fino agli ultimi giorni di agosto.
Inizio di autunno più regolare, con temperature leggermente al di sopra delle medie stagionali nei mesi di settembre e ottobre: nonostante qualche episodio temporalesco, sono state condizioni climatiche che hanno favorevolmente accompagnato le ultime fasi di maturazione delle uve, anche grazie alle rilevanti escursioni termiche.
La raccolta è iniziata in linea di massima nei tempi canonici, mediamente con circa 8-10 giorni di ritardo rispetto alla precoce 2017: dalla prima decade di settembre (con le varietà a bacca bianca destinate all’elaborazione di basi spumante) alla metà di novembre nelle aree più acclivi e continentali dell’Irpinia.
A dispetto delle difficoltà agronomiche legate all’elevata umidità primaverile e alla forte variabilità meteorologica (manifestazione evidente di una sorta di “tropicalizzazione climatica”), l’annata 2018 si rivela positiva per la maggior parte delle aree viticole e varietà campane, tanto sul piano quantitativo che qualitativo.
Si è registrato un aumento delle rese per ettaro stimabile intorno al 20% rispetto alla vendemmia precedente, ma soprattutto emerge nei migliori vini un ricorrente profilo espressivo, luminoso e scattante.
Caratterizzati da gradazioni alcoliche contenute, strutture snelle, acidità pimpanti e pH bassi, i bianchi evidenziano frequentemente aromi freschi e delicati di stampo floreale-balsamico, che nelle interpretazioni più riuscite si amplificano in sorsi tesi, infiltranti e salini.
Fisiologicamente più eterogeneo il quadro dei rossi, altrettanto identificabili tuttavia per l’impronta “verticale” che accomuna zone e tipologie diverse: vini non particolarmente corposi, talvolta mancanti di ampiezza e trama, ma in molti casi affascinanti e appaganti per nitidezza, leggiadria e agilità di beva.
In definitiva un’annata per molti versi estremamente “contemporanea”, tanto sui bianchi che sui rossi: pienamente accessibile già in fase giovanile in ragione della misurata alcolicità e del minor “peso specifico”, ma allo stesso tempo in grado di crescere ed evolvere virtuosamente in bottiglia, quantomeno nel medio periodo, grazie all’energica fibra nervosa e minerale.