A cura di Paolo De Cristofaro
In collaborazione con Associazione Enologi Enotecnici Italiani – Sezione Campania
ANNATA 2019
FATTORI CLIMATICI E PRODUTTIVI
Inverno mite e poco piovoso, contrassegnato da un clima storicamente atipico ma sempre più ricorrente negli ultimi anni.
Decisamente più fredda la stagione primaverile, specialmente nella prima parte, con temperature rigide che hanno rallentato la fase fenologica del germogliamento, riportandola in linea con la media annuale.
Sono invece abbondanti precipitazioni piovose a caratterizzare i mesi di aprile e soprattutto maggio: fenomeni che hanno determinato una significativa frenata nella crescita vegetativa. La fioritura è iniziata con circa 10-15 giorni di ritardo e l’allegagione è stata piuttosto irregolare, con numerosi fenomeni di acinellatura.
Si ritorna a condizioni più “normali” nel periodo estivo: finestre torride e afose dovute all’insediamento degli anticicloni di origine subsahariana si alternano a fasi di caldo più regolare, tipicamente legate alla presenza dell’anticiclone delle Azzorre.
Come accaduto in diverse annate dispari del nuovo millennio (2003, 2007, 2009, 2011, 2015, 2017), è anche un’estate praticamente priva di piogge, fatta eccezione per il passaggio di una perturbazione atlantica negli ultimi giorni di luglio (che ha tuttavia interessato solo alcune zone) e per qualche isolato temporale agostano.
Sono sempre giornate solari e asciutte a ritmare la prima parte dell’autunno, di andamento per molti versi sovrapponibile a quello del 2018, con temperature al di sopra delle medie stagionali e significative escursioni termiche, che hanno trasversalmente favorito una piena maturazione delle uve.
La raccolta delle uve è cominciata attorno alla prima decade di settembre con le varietà a bacca bianca destinate all’elaborazione di basi spumante, proseguendo fino alla seconda metà di novembre nelle aree più acclivi e continentali dell’Irpinia.
Una vendemmia effettuata in generale nei tempi abituali, in qualche caso con posticipi di circa una settimana rispetto alla precedente.
Un millesimo che si presenta dunque ai nastri di partenza con ottime premesse, nonostante il sensibile calo produttivo (-6% rispetto alla campagna 2018, dato comunque inferiore a quello della media nazionale, che ha fatto registrare un decremento stimato intorno al -16%).
Prospettive positive legate prima di tutto ad un decorso climatico e vegetativo in ultima analisi tra i più stabili e regolari dell’ultimo quindicennio, che ha permesso di ottenere praticamente dappertutto uve sane e mature, tanto sulle cultivar a bacca bianca che su quelle a bacca scura, sui vitigni precoci come su quelli tardivi.
In attesa di poter comporre un campione di assaggi statisticamente rilevante, la 2019 si configura per le principali tipologie campane come un’annata potenzialmente importante, ricca di polpa fruttata e al contempo dotata di solida fibra sapida e nervosa nelle migliori interpretazioni.
I vini bianchi presentano tonalità giallo paglierino e sono contraddistinti da spiccati aromi “mari e monti”, risultanti anche da cinetiche fermentative regolari. Al palato evidenziano maggiore pienezza e complessità in rapporto ai rispettivi 2018, mentre appaiono meno tesi e scalpitanti nello scheletro verticale.
I vini rossi esibiscono colori intensi e profili olfattivi caratterizzati da piacevoli sensazioni fruttate e speziate, mentre l’impianto gustativo porta in primo piano una solarità mediterranea che nelle versioni più riuscite appare in grado di compensare il leggero minus acido con un pregevole equilibrio tra dolcezza di sorso e sapore, anche grazie ad una tessitura tannica fitta ed armonica.