Il convegno promosso da Syngenta

Sette grandi progetti per il futuro dell’agricoltura italiana

Il futuro dell’agricoltura italiana? Ha una sola strada: produrre cibo di qualità e in quantità e promuovere la filiera agroalimentare.

Le prospettive del settore sono state analizzate in un confronto organizzato dal gruppo Syngenta, con l’obiettivo di analizzare insieme ad esperti e istituzioni aspetti quali la qualità delle produzioni, le specificità della filiera italiana e un’agricoltura intensiva sostenibile che rispetti il patrimonio ambientale e paesaggistico italiano.

Grano ArmandoE’ stata l’occasione per il gruppo Syngenta di presentare “The Good Growth Plan – Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura, un piano che, attraverso obiettivi misurabili da raggiungere entro il 2020, vuole contribuire a contrastare la scarsità di risorse naturali e a produrre cibo di qualità e in quantità adeguata a soddisfare i fabbisogni locali e quelli crescenti relativi all’export, attraverso un radicale cambiamento della produttività agricola, tutto nel rispetto dell’ambiente.

Tra i sette progetti che il gruppo sta portando avanti in Italia c’è Grano Armando *, partner di Campania Stories, primo brand premium di pasta ad alto contenuto proteico che utilizza solo grano italiano grazie a un patto di filiera tra il pastificio, che acquista la materia prima a un prezzo garantito, e gli agricoltori, che producono grano duro di altissima qualità coltivando specifiche varietà selezionate da Coseme e seguendo il disciplinare di coltivazione sviluppato da Syngenta. Ad illustrare il progetto nel corso del convegno è stato Marco De Matteis, amministratore delegato di De Matteis Agroalimentare, che ha spiegato come in pochi anni si sia arrivat a coinvolgere 1.000 agricoltori, dimostrando come patti di filiera tra agricoltori e trasformatori possano rappresentare un valido modello di sviluppo territoriale e sociale per l’industria agroalimentare italiana.

Parlando del futuro del settore agroalimentare italiano, non si poteva infine prescindere dall’Expo 2015. “Le sfide di cui abbiamo parlato qui oggi, tra cui quella di nutrire una popolazione mondiale in crescita esponenziale, sono fondamentali anche in vista di Expo 2015 – ha spiegato il viceministro dell’Agricoltura Andrea Olivero -. Questa sfida va affrontata lavorando insieme in una filiera che metta tutti i soggetti – produttori e trasformatori – nelle condizioni di vedere riconosciuti i propri interessi e costruita attorno all’obiettivo della qualità. Nel caso del grano duro si è ricercato questo equilibrio con il rafforzamento di un marchio riconoscibile. Con la presidenza italiana, a partire dal mese prossimo noi ci batteremo non solo per il Made in Italy, ma per il “Made in” perché crediamo che tra i diritti dei cittadini ci debba essere anche quello della tracciabilità del prodotto. Quello che il “Made in” rivendica è  il diritto di tutti i popoli alla loro alimentazione, che conserva non solo l’agro biodiversità ma la diversità connessa alle tradizioni culturali e questa riteniamo che sia la strada giusta per garantire l’accesso a un’alimentazione dignitosa per tutti”.

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