Raccontare la storia dell’azienda Sorrentino significa scrivere di un successo acclarato, in un lembo di territorio dove operare è più faticoso che altrove per svariati motivi, più volte ricordati in queste settimane.
Successo che si può declinare in vari modi, sciorinando cifre e date, enfatizzando vittorie o difficoltà, ma che nella mia idea assume in sintesi il preciso significato di valore aggiunto. Quello della trasformazione delle uve in vino, ad esempio, avvenuta per la prima volta nel 1988, ad opera di Paolo Sorrentino, che decise di mutare l’azienda viticola di famiglia, con sede a Boscotrecase, la cui origine risale al ’53. Azienda che conta oggi trenta ettari vitati, venti in corpo unico in zona Fruscio (qui il vento non manca mai) sul versante del Vesuvio che guarda il mare. Si producono 250.000 bottiglie circa l’anno, distribuite su un numero forse anche eccessivo di etichette, che rappresentano, allo stesso momento, il lavoro meticoloso che è svolto: gli imbottigliamenti per singole parcelle, la dedizione ai vitigni locali salvaguardati e recuperati, le ricerche che si portano avanti in collaborazione con enti e Università sui vitigni o particolari cloni locali.
Ormai da qualche anno è la nuova generazione rappresentata da Benny, Giuseppe e Maria Paola ad occuparsi in prima persona dell’azienda e a continuarne la storia. Una storia che dura da ventisei anni, se ci soffermiamo solo al nuovo capitolo iniziato con la trasformazione in azienda vitivinicola, in un territorio lontano dai clamori della critica e dell’ambiente. Una storia che è tra i pochi esempi virtuosi. Il valore aggiunto di cui giova l’intero territorio.
Ho sempre apprezzato i rosati di casa Sorrentino sin da quando ho avuto modo di conoscerli. L’equilibrio creatosi in questa tipologia tra vitigno, territorio e interprete ha standard qualitativi di sicura affidabilità, vini di valore certo per il consumatore.
Il carattere e le potenzialità del piedirosso, che ha in dote un lato vegetale ben distinguibile, si manifesta evidentemente quando trasformato in maniera opportuna in vino rosato, capace di stuzzicare con i suoi profumi che rifuggono la semplice e stucchevole rotondità fruttata.
Come in questo Lacryma Christi Rosato Vigna Lapillo 2013 – piedirosso con un saldo del 20% circa di aglianico – il cui profilo olfattivo è ingentilito dalle note floreali, puntuto quanto basta grazie alle erbe aromatiche, appena balsamico, di fiato mediterraneo visto dove nasce. Dal brio sapido al sorso; e ciò che l’annata fresca toglie al peso della stoffa, aggiunge in dettaglio aromatico e finezza ai profumi.
Intorno ai 12 euro in enoteca.
Sorrentino
Indirizzo: Località Fruscio – Via Rio, 26 – Boscotrecase (NA)
Telefono: +39 081 8584963
Cellulare: +39 335 7772779
Sito Internet: www.sorrentinovini.com
Email: info@sorrentinovini.com
Superficie aziendale vitata: 30 ha
Produzione annua (media): 230.000 bottiglie
Visite e vendita diretta in azienda